Premesso
che tutte le opinioni, di qualunque specie e colore, hanno diritto di
essere espresse, finche’ non ledano dignità e diritto di
qualcunaltro ad esprimere il proprio dissenso o la propria diversa
opinione,
Il cretino si esprime sempre solo per il gusto di esibirsi , non ha alcun costrutto, ironia ma dentro se ha sempre sensazione di
essere elementofortemente agglomerante e divertente, un grande
provocatore che poi null’altro sono che volgarita’ o merdate che non farebbero ridere nemmeno al Cottolengo.
Tal soggetti dovrebbero esser
emarginati e ignorati specie quando attuano da vigliacci o
subdolamente facendosi scudo della loro ingiuria, insolenza,
pettegolezzo tutto sempre condito da gran volgarita’ e specie in un
mondo come il virtuale dove poi l’antagonista non e’ mai troppo protetto, comodo rifugio per frustrati di ogni tipo. Sconforta davvero veder poi che questi premier dell’ onanismo mentale e fisico(segaioli sarebbe esatta dicitura con tutta la volgarita’) veder pero’ che trovino un pubblico pronto sempre a dargli audience illudendoli e facendogli credere di esser meno idioti di quanto lo siano e magari anche un po simpatici
Altro che Nostradamus! Fruttero e
Lucentini dovrebbero essere contenti! Pensavano di avere fotografato in
maniera ironicamente esagerata una situazione che leggevano nel
panorama umano degli anni ottanta. Ed invece avevano predetto il futuro
con quasi trent’anni di anticipo.
Il cretino in 10 battute
1. TUTTA COLPA DEL PROGRESSO. «Poco
interessanti catene di cause ed effetti terapeutici, dietetici,
sociali, politici, tecnologici spiegano l’esponenziale proliferazione
della bêtise. Figlia del progresso, dell’idea di progresso, essa non
poteva che espandersi in tutte le direzioni, contagiare tutte le
classi, prendere il sopravvento in tutti i rami dell’umana attività. È
stato grazie al progresso che il contenibile stolto dell’antichità si è
tramutato nel prevalente cretino contemporaneo, personaggio a
mortalità bassissima la cui forza è dunque in primo luogo brutalmente
numerica; ma una società ch’egli si compiace di chiamare ‘molto
complessa’ gli ha aperto infiniti interstizi, crepe, fessure
orizzontali e verticali, a destra come a sinistra, gli ha procurato
innumeri poltrone, sedie, sgabelli, telefoni, gli ha messo a
disposizione clamorose tribune, inaudite moltitudini di seguaci e molto
denaro. Gli ha insomma moltiplicato prodigiosamente le occasioni per
agire, intervenire, parlare, esprimersi, manifestarsi, in una parola (a
lui cara) per realizzarsi».
2. L’INVINCIBILE INCONSAPEVOLEZZA.
«Sconfiggerlo (il cretino, ndr) è ovviamente impossibile. Odiarlo è
inutile. Dileggio, sarcasmo, ironia non scalfiscono le sue cotte
d’inconsapevolezza, le sue impavide autoassoluzioni; e comunque il riso
gli appare a priori sospetto, sconveniente, inferiore, anche quando –
agghiacciante fenomeno – vi si abbandona egli stesso».
3. «IL GHIGNO DEL DELIRIO». «Il cretino è
imperturbabile, la sua forza vincente sta nel fatto di non sapere di
essere tale, di non vedersi né mai dubitare di sé. Colpito dalle lance
nostre o dei pochi altri ostinati partecipanti alla giostra, non cadrà
mai dal palo, girerà su se stesso all’infinito svelando per un istante
rotatorio il ghigno del delirio, della follia».
4. ALLERGIA AL DOVERE. «Tranne forse gli
animali delle favole di La Fontaine, nessuno è mai stato bravo come
gl’italiani nell’arte d’inventare nobili pretesti per eludere i propri
doveri e fare i propri comodi».
5. I SETTE VIZI CAPITALI. «Un mendicante
tende la mano. L’avaro non gli dà niente, perché cento lire sono sempre
cento lire. Il superbo passa senza nemmeno vederlo. L’iracondo se lo
toglie dai piedi con un’imprecazione. Il lussurioso non può certo far
aspettare la bella Lalage, né il goloso può lasciar scuocere il
prelibato risotto, né l’invidioso commuoversi per chi vive libero,
senza responsabilità e senza pagare le tasse. L’accidioso si allontana
senza fretta né rimorsi, ci penserà qualche altra anima buona».
6. MODERNITÀ IN BOTTIGLIA. «Adesso che
tutti sono diventati amici dell’effimero, fidanzati del frivolo, sposi
del fatuo e del superfluo, ci sentiremo dire che Shirley Temple fu più
importante di Virgina Woolf [...]. Oggi uno è tenuto a vergognarsi se
non gliene frega nulla dei fumetti, se trova ridicola la recitazione di
Humphrey Bogart, se preferisce visitare la galleria Borghese anziché
la grande mostra dedicata alla bottiglia nella pubblicità».
7. ABBASSO LA DEMOCRAZIA. «Mille turisti
in un chiostro significano in pratica l’annullamento del chiostro.
Cento turisti davanti a un Caravaggio equivalgono alla soppressione del
Caravaggio. Perduta è la concentrazione, perduto quel lento approccio
contemplatico, quel girare attorno, quell’inclinare la testa[...]. È un
test durissimo per chi si crede tollerante, democratico».
8. LIBERA CHIAPPA. «Cadono i reggipetti ad
Alassio e Varigotti, a Finale come le ‘quote strappate al nemico’
nella Guerra ‘15-18. [...]. Le ultime resistenze stanno liquefacendosi.
La foglia di fico sta per crollare definitivamente. Il nudo integrale è
vicino: libera chiappa in libero Stato».
9. AL GULAG, AL GULAG! «A volte ci tenta
l’idea della maniera forte. Un elenco di cliché assolutamente vietati,
di frasi fatte che comportino il licenziamento in tronco, l’esilio, il
confino, i lavori forzati. Ci scoraggia il pensiero che già dopo un
mese sarebbe tutto un gulag, dalle Alpi alla Sicilia».
10. LA LAGNA DI DONNA. «Il difetto delle donne non è il cretinismo, è la lagna».